94104, CA

Esco dal mio hotel in Van Ness Avenue, è Dicembre ma in questa parte del mondo posso permettermi di indossare solo camicia e giacca. Decido di svoltare a destra su Broadway per godermi la città al mattino presto; mi aspetta una camminata di mezz’ora circa per raggiungere il Moscone Center.

San Francisco

Ho fatto appena pochi passi quando di fronte a me si staglia una salita che minacciosa è dir poco. Tuttavia non posso evitarla, il centro della città deve essere poco oltre questa collina, mi dico, così mi tolgo la giacca e mi incammino di buon passo. E’ veramente dura, inizio a sudare, ma mi distraggo osservando le belle villette di legno in stile vittoriano e pitturate di colori pastello.

Alcatraz

I fiori alle finestre sono impeccabili, le ampie vetrate panoramiche lasciano intravedere interni eleganti, libri alle pareti, qualche fotografia o gli attrezzi di un pittore. E’ chiaramente un quartiere borghese, le grandi automobili parcheggiate nei cortili hanno un angolo assurdo rispetto agli edifici, il risultato è una sensazione surreale, sembra quasi che la strada possa rovesciarsi all’indietro, o essere all’interno di un’illustrazione di Escher.

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Arrivo in cima alla collina e capisco perché San Francisco sia considerata una delle città più affascinanti al mondo. La luce dorata del mattino illumina la baia attraversata dai due imponenti ponti sospesi: il Bay Bridge, color acciaio argentato brilla intensamente delle automobili di pendolari da e verso Oakland, ed il Golden Gate del caratteristico rosso mattone che resiste a cavallo della faglia di Sant’Adreas. Alcatraz, la famigerata isola-penitenziario, è ancora parzialmente avvolta nella foschia quando viene sfiorata da un’immensa nave ricolma di container e diretta al porto, uno dei più importanti degli States. Non ho fretta, scatto qualche foto ai folkloristici tram che collegano i moli o “Pier” alla città alta, sede degli uffici più importanti.

Yerba Buena Garen

Percorro Columbus Avenue e m’infilo in Chinatown accompagnato da un’esplosione di colori, dall’odore del cibo orientale e dal suono di lingue molto diverse dal Californiano. Mi riprometto di passare qualche ora a zonzo per questo quartiere, mentre mi vengono a mente le immagini del telefilm poliziesco “Le strade di San Francisco” con un giovanissimo Michael Douglas alle prese con i loschi traffici della mafia cinese e con inseguimenti rocamboleschi tra le ripide colline della città.

Transamerica Pyramid

Nel tardo pomeriggio ho tempo per scattare ancora qualche foto al Pier 39 e per fare merenda con uno strepitoso panino al granchio. La luce ormai è scesa, ma nel quartiere di Yerba Buena (antico nome della città quando apparteneva al Messico) ci sono dei bellissimi giochi di luce nelle fontane che decorano un parco molto vivace di artisti di strada e studenti intenti a leggere sulle panchine. Passa velocemente il tempo a spasso per San Francisco, così ormai al buoi tra Columbus e Stockton metto a terra il cavalletto quasi in mezzo alla strada e scatto con un tempo lungo inquadrando la Transamerica Pyramid nel distretto finanziario.

Purtroppo il mio tempo a disposizione a San Francisco è terminato velocemente ma mi riprometto di tornarci, per conoscere meglio questa città dallo spirito libero ed i suoi abitanti cosi tranquilli ed ospitali.